DIETA DASH

DIETA DASH

DASH la dieta amica del cuore che fa dimagrire.

Dash sta per Dietary Approach to Stop Hypertension, ovvero approccio dietetico per contrastare l’ipertensione ed è il programma alimentare del momento. Elaborata negli anni Novanta negli Stati Uniti, è stata eletta per sette anni consecutivi come migliore dieta dalla rivista Usa News & World Report, con la benedizione dei cardiologi (del National Heart, Lung, and Blood Institute) e di numerosi studi scientifici.

In cosa consiste questo regime?

Prevede un’alimentazione povera di sale, grassi saturi, colesterolo e ricca invece di potassio, magnesio, vitamina D e vitamina E, proteine vegetali, omega-3 e fibre.
La dieta DASH, progettata inizialmente per aiutare a trattare o prevenire l’ipertensione.
è anche in linea con le raccomandazioni alimentari per prevenire l’osteoporosi, il cancro, le malattie cardiache , l’ictus e il diabete.
Seguendo la dieta DASH è possibile ridurre la pressione del sangue di alcuni punti in poche settimane grazie al ridotto introito di sodio.
Il programma standard della dieta DASH consiglia di non mangiare più di 2,300 mg di sodio al giorno ( pari a 1 cucchiaino da the ) in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

IL SALE? Poco è meglio e solo iodato!

Guadagnare salute riducendo il sale
L’eccessivo consumo giornaliero di sale fa male al cuore , vasi sanguigni, reni e cervello. Lo sostiene una ricerca dell’università del Delaware negli Stati Uniti che ha indagato gli effetti del consumo di sale sull’organismo al di là dei noti effetti sulla pressione sanguigna. Anche chi ha la fortuna di mangiare cibi salati senza subire sbalzi di pressione, farebbe bene a limitarne il consumo per proteggere la propria salute.

La riduzione progressiva del consumo di sale ha un effetto positivo sulla salute:
• riduce la pressione arteriosa
• migliora la funzionalità di cuore,vasi sanguigni e rene
• aumenta la resistenza delle ossa
In Italia il consumo medio di sale è di circa 10-15 giornalieri, cioè 3-4 volte superiore a quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).
L’introito giornaliero raccomandato dall’OMS è inferiore a 5 grammi.

Ridurre il sale si può:

– diminuendo progressivamente l’uso di sale sia a tavola che in cucina,
– limitando l’uso di altri condimenti contenenti sodio (dadi da brodo, maionese , salse, ecc.); -riducendo il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snacks salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi , e formaggi, cibi in scatola)
– preferendo linee di prodotti a basso contenuto di sale
-usando spezie , erbe aromatiche, succo di limone o aceto per esaltare il sapore dei cibi;
-leggendo con attenzione le etichette riportate sui prodotti.

LE PRINCIPALI FONTI DI SODIO

1. Il sodio contenuto naturalmente negli alimenti (frutta, verdura, acqua,carne, ecc.) rappresenta appena il 10% dell’apporto totale.
2. Il sodio aggiunto durante la cottura dei cibi o a tavola rappresenta in media il 35% dell’assunzione totale.
3. il sodio contenuto nei prodotti trasformati sia artigianali che industriali e nei cibi consumati fuori casa è pari quindi a circa il 55% del totale.

Quando il sapore inganna: quel salato non salato
Ci sono cibi che contengono discrete quantità di sodio, anche se non sembrano salati.
È il caso per esempio di alcuni tipi di cereali per la colazione o di biscotti: questo può accadere perché il sodio presente viene nascosto alle nostre papille gustative dallo zucchero che figura fra gli ingredienti. Il consiglio è dunque quello di abituarsi a consultare l’etichetta dei cibi che consumiamo.

Il sodio e il sale nelle etichette alimentari

Leggere l’etichetta è fondamentale per tenere sotto controllo la quantità di sale (e di sodio) che si porta in tavola.
Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE 1169/2011 sulle etichette deve comparire il contenuto di sale degli alimenti e non quello di sodio ( ma con un semplice calcolo è possibile conoscere anche il contenuto di sodio).
A prima vista potrebbe sembrare un controsenso, ma in realtà c’è una ragione per questa scelta: la chiarezza per i consumatori.
Infatti nel testo ufficiale si legge “Poiché uno degli obiettivi del presente regolamento è di fornire al consumatore finale le basi per effettuare scelte consapevoli, è importante assicurare al riguardo che il consumatore finale comprenda facilmente le informazioni fornite sulle etichette. È quindi opportuno che l’etichetta rechi il termine «sale» invece del termine corrispondente della sostanza nutritiva «sodio»”.
Nella vita quotidiana infatti si parla di “un pizzico di sale” e non di “qualche milligrammo di sodio” e di alimenti “salati” piuttosto che di “ricchi di sodio”.
Inoltre non è poi così difficile risalire dal contenuto di sale riportato in etichetta a quello di sodio: basta dividere il numero per 2,5.
Così, per esempio, un alimento che contiene 2 grammi di sale conterrà 0,8 grammi di sodio.

Come si legge l’etichetta?

Facciamo chiarezza sul significato di alcune diciture che compaiono sulle confezioni dei prodotti alimentari riguardo al contenuto di sale, secondo quanto stabilito dal Regolamento CE n. 1924/06.

A basso contenuto di sodio/sale: il prodotto contiene non più di 0,12 g
di sodio, o un valore equivalente di sale, per 100 g o 100 ml.
A bassissimo contenuto di sodio/sale: il prodotto contiene non più di 0,04 g di sodio, o un valore equivalente di sale, per 100 g o 100 ml. Tale indicazione non è utilizzata per le acque minerali naturali o per altre acque.
Senza sodio o senza sale. Il prodotto contiene non più di 0,005 g di sodio, o un valore equivalente di sale, per 100 g.
A tasso ridotto di [nome della sostanza nutritiva]. La riduzione del contenuto è pari ad almeno il 30 % rispetto a un prodotto simile.
In teoria tutto bene, ma resta un problema non certo trascurabile nella vita quotidiana. Infatti, come ricordano gli esperti della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), il problema del calcolo della quantità di sale resta ancora importante per i prodotti che vengono venduti in porzioni al banco: per formaggi, affettati e pane acquistati con queste modalità è più difficile controllare quanto sodio o sale si porta a casa.