TUMORE AL SENO

TUMORE AL SENO

CANCRO SENOIl tumore al seno è il tumore più frequente nel sesso femminile rappresentando il 29 % di tutti i tumori che colpiscono le donne (48.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia).
Dagli anni ’80 i tassi di mortalità sono in calo, leggero ma costante:ogni anno l’1,7% in meno. La percentuale di pazienti che sopravvivono alla malattia ha raggiunto l’87%, grazie al miglioramento delle terapie e ai programmi di screening per la diagnosi precoce.Tuttavia ancora troppe donne si ammalano di tumore al seno, per cui è importante intervenire con azioni di prevenzione primaria che agiscano sui fattori di rischio modificabili, che agiscono favorendo l’insorgere del cancro.
Per la prevenzione del cancro gli esami periodici di controllo sono importanti, ma   anche un corretto stile di vita contribuisce a ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi, come sottolineano le tante campagne di prevenzione. In particolare si calcola che adottare sane abitudini possa evitare la comparsa di un cancro su tre .Diversi studi scientifici hanno provato l’utilità di una dieta mirata alla prevenzione delle ricadute del cancro del seno in donne già colpite.
Pertanto le misure di prevenzione non devono limitarsi solo alle fasi che precedono l’insorgenza della malattia (prevenzione primaria), ma devono essere applicate anche quando la malattia è già presente (prevenzione secondaria e terziaria)

  • Scopo della prevenzione primaria   è di individuare e rimuovere le cause che contribuiscono allo sviluppo di un tumore (fattori di rischio)
  • Lo scopo della prevenzione secondaria è individuare il tumore in uno stadio molto precoce in modo che sia possibile trattarlo in maniera efficace e ottenere di conseguenza un maggior numero di guarigioni e una riduzione del tasso di mortalità
  • Con prevenzione terziaria si intende la prevenzione delle cosiddette recidive (o ricadute) o di eventuali metastasi dopo che la malattia è stata curata con la chirurgia, la radioterapia o la chemioterapia (o tutte e tre insieme).

  FATTORI DI RISCHIO  

Il tumore al seno è una malattia multifattoriale cioè il rischio reale per un individuo di contrarre la malattia è dato dalla combinazione di diversi fattori .
Sono stati identificati molti fattori , alcuni modificabili, come gli stili di vita, altri invece no, come l’età (la maggior parte di tumori del seno colpisce donne oltre i 40 anni) e fattori genetico-costituzionali. Tra gli stili di vita dannosi si possono citare, per esempio, un’alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di grassi animali, il vizio del fumo e una vita sedentaria.

FATTORI NON MODIFICABILI                                               

Sesso Il tumore la seno è appannaggio del sesso femminile .Meno dell’1% di casi di tumori al seno colpisce gli uomini.
Età Il rischio di cancro al seno aumenta con l’età, (circa 2 tumori su tre si trovano nelle donne di 55 anni e più).
Genetica Si pensa che il 5-10% dei tumori al seno sia ereditario e legato a 2 geni BRCA1 e BRCA2. La funzione di questi geni è di riparare il danno cellulare e far crescere le cellule mammarie normalmente, ma quando questi geni non funzionano più bene, per la presenza di mutazioni nella loro struttura, ecco che aumenta il rischio di cancro al seno.

È importante sottolineare che avere ereditato la mutazione non significa essere certi di contrarre prima o poi la malattia, piuttosto equivale ad avere un rischio più elevato rispetto a chi non ha la mutazione. Il test genetico non è dunque uno strumento di prevenzione nel senso classico del termine, ma si limita a fornire informazioni sul rischio di ammalarsi di tumore nel corso della vita e deve essere svolto solo in caso di reale necessità e dopo una consulenza genetica.

Storia familiare Presenza nella famiglia di componenti (madre, sorella, zia , nonna , etc) con tumore al seno e/o ovaio.
Storia personale Menarca precoce (prima degli 11 anni); nulliparità(nessuna gravidanza; primo figlio in età più avanzata (> 35 anni); menopausa tardiva(oltre 1 55 anni). Inoltre una donna che ha già sviluppato la malattia in passato ha 3 o 4 volte più probabilità di sviluppare il cancro nell’altro seno o in una sede diversa dello stesso.

FATTORI MODIFICABILI                                           

Sovrappeso La dieta sembra essere responsabile dal 30 al 40% di tutti i tumori.

Essere in sovrappeso comporta un rischio maggiore rispetto alle donne che mantengono un peso normale, soprattutto dopo la menopausa. Il sovrappeso può anche aumentare il rischio di recidive. Il rischio aumenta perchè le cellule adipose, soprattuto del grasso viscerale, producono estrogeni che possono promuovere la crescita del cancro ormono-sensibile .

Cibo. Nessun alimento può impedire di ammalarsi di cancro al seno, ma alcuni alimenti hanno dei nutrienti che rendono il corpo più sano e forte ed sono capaci di contrastare l’azione dannosa e cancerogena di molte sostanze.

insiemeAlcool. La ricerca dimostra che l’assunzione costante di bevande alcoliche, birra, vino, liquori aumenta il rischio di cancro al seno ormono- sensibile. Le donne che bevono tre bevande alcoliche a settimana hanno il 15% in più di rischio di sviluppare cancro al seno positivo per recettori ormonali. Secondo i ricercatori il rischio aumenta di un ulteriore 10% se le bevande alcoliche vengono assunte quotidianamente. Concludendo si può dire che bere regolarmente, anche senza ubriacarsi, danneggia la salute.

Fumo  Non fumare e ridurre al minimo l’esposizione al fumo passivo

Il fumo è un cancerogeno correlato a molti tumori e quello del seno non fa eccezione.

Attività fisica Centinaia di studi lo hanno dimostrato che mantenersi attivi è indispensabile per restare in buona salute. L’International Agency for Research on Cancer (Iarc) ha stimato che un’alta percentuale (22-33%) di casi di tumori al seno, soprattutto in menopausa, può essere attribuita all’inattività fisica e all’aumento di peso. I due fattori sono comunque indipendenti: il primo, da solo, è correlato al 10-16% dei casi. L’American Cancer Society raccomanda a tutte le donne   di fare attività fisica per circa 5 ore settimanali per migliorare la loro qualità di vita e la forma fisica.

Cosa fare dopo la diagnosi ..Cosa fare dopo la cura

La più forte preoccupazione delle donne che hanno subito un trattamento per un primo tumore al seno è che si presentino recidive della malattia a distanza di tempo. Sono proprio le recidive, infatti, le principali responsabili della malattia metastatica.
In effetti, considerato che le recidive sono associate ad un più elevato tasso di mortalità rispetto al tumore primitivo, prevenirle è la chiave per aumentare la possibilità di guarigione. E’ inoltre inutile sottolineare quanto grave sia la diagnosi di recidiva di tumore sia in termini prognostici sia in termini psicologici per la paziente, oltre che in termini sociologici.

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Trial clinici promossi dall’Istituto Tumori hanno evidenziato che con una corretta alimentazione e con la pratica costante di attività fisica l’incidenza di recidiva di carcinoma mammario può essere ridotta del 40%.

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SU OTTO FATTORI CHE INCIDONO SUL RISCHIO DI TUMORE E RECIDIVE 2 SONO ALIMENTARI E ALTRI 6 SONO STRETTAMENTE COLLEGATI ALL’ALIMENTAZIONE

Nutrizione ed attività fisicasono fattorimolto importanti per riacquistare salute ed energia dopo l’intervento chirurgico ed eventuale trattamento chemioterapico o radioterapico.
Nello stile di vita un ruolo preponderante è rappresentato dall’ alimentazione.
Per ogni tipo di cancro al seno (sia esso recettore positivo o negativo per Estrogeni e/o Progesterone, Her-2 positivo, o triplo negativo) andrebbe seguita una dieta mirata o comunque andrebbero attuati accorgimenti dietetici. Cerchiamo di spiegare in maniera sintetica quanto appena detto.
Molti tumori al seno hanno sulla superficie delle loro cellule recettoriper gli estrogeni, per il progesterone o per entrambi. Questa caratteristica emerge dall’esame istologico effettuato sul materiale prelevato nel corso di una biopsia o dell’intervento chirurgico e permette di definire il tumore come „Estrogeno e/o Progesterone positivo”
Ciò significa che gli ormoni sessuali femminili stimolano la sua crescita ed è quindi possibile scegliere una cura che agisca a questo livello. Se invece il tumore non presenta questi recettori (è quindi detto „negativo”) la terapia ormonale non è indicata.
Il tumore viene esaminato dall’anatomo patologo anche per individuare la presenza di un recettore chiamato HER-2/neu. Se questo è presente in modo significativo, il rischio di incorrere in una ricaduta è maggiore. Per questa ragione si propone alle donne positive per questo esame, di prendere un farmaco biologico chiamato trastuzumab una sostanza che blocca i recettori e impedisce al tumore di crescere.
Altri farmaci biologici sono allo studio.

 IL RUOLO DEL CIBO 

Esistono molti alimenti che promuovono la produzione di estrogeni e la crescita di cellule tumorali attraverso vari meccanismi.
La biochimica fisiologica moderna ha recentemente chiarito come l’assunzione di cibi dolci stimola non solo la produzione di insulina, che è l’ormone prodotto dal pancreas necessario all’ingresso del glucosio nella cellula, ma anche la produzione di un fattore insulino simile, noto come IGF-I. Questa sostanza rappresenta un fondamentale segnale di attivazione cellulare: sotto il suo stimolo le cellule possono proliferare. Quando i suoi livelli sono molto elevati prima dei 50 anni il rischio di tumore è quadruplicato. Per questo, l’indice glicemico dei cibi, il carico glicemico complessivo, l’insulina e IGF-I sono considerati promotori del cancro in generale , e al seno e alla prostata in particolare.

Nei tumori Her2 /neu positivi vanno evitati alimenti che possono contrastare l’azione del farmaco Herceptin e prediligerne altri che proteggono da effetti avversi legati alla terapia stessa. Il pompelmo e il suo succo, per esempio, possono bloccare l’azione di enzimi importanti per l’assorbimento e il metabolismo di questo ed altri farmaci, e in questo modo ridurne l’efficacia. Lo stesso effetto può essere indotto anche da alcuni prodotti di erboristeria, come ginseng, gingko biloba e aloe, che talvolta vengono assunti con leggerezza senza conoscerne gli effetti.

Tumore al seno triplo negativo. Fino al 20 % dei tumori al seno sono classificati come triplo negativo, cioè negativo per il recettore estrogeni, recettore progesterone ed negativo per Her2/neu . Il cancro al seno triplo negativo è più frequente nelle donne in premenopausa. Esistono evidenze che donne con sindrome metabolica hanno probabilità aumentata di sviluppate un cancro triplo negativo.
Inoltre bassi valori di vitamine D (inferiori a 32 ng/ml) sono associati ad un rischio di tumore al seno triplicato rispetto a donne con livelli di vitamina D ottimali.
In altre parole bassi livelli di vitamina D sembrano aumentare l’aggressività del tumore a seno.

Cibi antitumorali per eccellenza
Focalizziamo l’attenzione su tre composti o nutrienti di cui sono ricchi alcuni vegetali il cui ruolo nella prevenzione del tumore al seno ed in altri organi è ormai ben documentato.

glucosilonatiGLUCOSILONATI
Ciò che distingue le crucifere (broccoli, cavoli rosso, cavolo riccio,cavolini di Bruxelles etc.) da altri vegetali è il loro elevato contenuto in glucosilonati sostanze che possono aiutare a prevenire il cancro. Questi particolari composti sono responsabile dell’aroma e sapore pungente tipico delle crucifere.
I glucosinolati all’interno dell’organismo vengono trasformati in altre sostanze tipo indoli e isotiocianati, capaci di disattivare gli estrogeni inibendo così lo sviluppo di tumori ormono sensibili o alterare il processo che trasforma le cellule normali in cellule cancerose.

 

 

zucca

CAROTENOIDI Sono pigmenti responsabili del colore giallo, arancio e rosso dei vegetali.
I più comuni carotenoidi nella dieta occidentale sono alfa e beta-carotene, beta-criptoxantina, licopene, luteina, zeaxantina.
Cibi ricchi di carotenoidi sono: carote, arance,peperoni, rossi pomodori , zucca, spinaci e cavolo.I risultati di studi su grandi popolazioni suggeriscono che una dieta ricca in frutta e vegetali con alto contenuto in caroteloidi è associata ad un ridotto rischio di cancro e di malattie cardovascolari. Uno studio pubblicato nel 2005 ha valutato la relazione tra il contenuto di carotenoidi nel plasma ed il rischio di ricorrenza di tumore al seno in un gruppo di 1551 donne con una storia di cancro al seno allo stadio iniziale. Le donne con più alti livelli plasmatici di carotenoidi hanno visto significativamente ridotti il rischio di un nuovo tumore al seno.

 

 

semi-di-linoLIGNANI Composti presenti in una grande varietà di cibi (cereali integrali) frutta (bacche) , semi (zucca , girasoli, lino, papavero). Il lignani sono convertiti dai batteri della flora intestinale in due sostanze simili ad estrogeni conosciute come enterodiolo e enterolattone. Poiche l’enterodiolo e l’ enterolattone possono mimare l’effetto degi estrogeni, sono classificati come fitoestrogeni (ovvero estrogeni vegetali). La loro attività estrogenica comunque è debole se comparata agli estrogeni sintetizzati dal nostro organismo.

I fitoestrogeni esplicano la loro azione legandosi ai recettori estrogeni della mammella e di altri tessuti riproduttivi e potrebbero effettivamente bloccare gli estrogeni antagonizzando la loro azione. Il ruolo degli isoflavoni e di altri fitoestrogeni nelle donne che hanno avuto un cancro della mammella Er+ è ancora fonte di diabattito . Sicuramente esse dovrebbero evitare supplementi proteici a base di isolati di soia   (come barrette o shake ) per il loro elevato contenuto di isoflavoni, ma è possono consumare 1/2 porzioni di soia come alimento (tofu, tempeh, miso) grazie ai moderati livelli di isoflavoni in combinazione con proteine, grassi e fibre.

117543822FIBRE
Rappresentano la parte non digeribile degli alimenti vegetali. Hanno un azione anticancro che si esplica attraverso una riduzione del livello di estrogeni.Tale riduzione è auspicabile nella donna con cancro al seno recettori estrogeni positivi (ER+), poichè le cellue tumorali ER+ necessitano di estrogeni per la loro crescita.

I risultati di importanti studi clinici rappresentano la prova scientifica che una sana alimentazione, ricca di cereali integrali e legumi, frutta e verdura, con poca carne rossa e una fortissima riduzione del consumo di bevande zuccherate e carni conservate, protegge dallo sviluppo di tumori e sembra possa contrastare efficacemente anche l’insorgenza di recidive.

Il mondo scientifico considera il controllo dello stile vita uno strumento valido per la prevenzione del tumore al seno, efficace e raccomandabile al pari degli esami e delle terapie comunemente utilizzati per la diagnosi precoce.

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